In Lombardia il periodo di quarantena è stato aumentato a 28 giorni. Ecco perché.
MILANO – In Lombardia il periodo di quarantena è stato aumentato da 14 a 28 giorni. La decisione è stata annunciata dall’assessore al Welfare, Giulio Gallera, nella consueta conferenza stampa.
“Sta uscendo una linea guida – ha precisato l’esponente della giunta Fontana – una linea guida che prevede che la quarantena duri fino al 3 maggio. Chi è a casa dal lavoro avrà un certificato dal medico di allungamento della quarantena. I 14 giorni servono per vedere se compaiono i sintomi, ma molte persone dopo questo periodo sono ancora positive. L’idea, quindi, è quella di fissare il tempo massimo a 28 giorni.
Galli: “I casi sono dieci volte di quelli accertati”
Il trend ufficiale in Lombardia sembra iniziare a decrescere ma Massimo Galli ai microfoni di Sky Tg24 frena: “I casi veri a Milano sono forse 5-6 volte di quelli accertati mentre in Lombardia possono arrivare a dieci“.
Il problema, secondo il professore, è che “molte persone sospettano di avere l’infezione ma non hanno potuto avere una diagnostica visto che non siamo in grado di garantire loro il test“. E sulla riapertura dice: “Non possiamo anticipare. La ripartenza dovrà avvenire solo quando avremo in mano le strategie giuste“.
Burioni sul tracciamento: “Babbeo chi mette privacy prima della salute”
Il virologo Roberto Burioni è ritornato sulle polemiche che hanno coinvolto il possibile tracciamento per individuare i positivi: “Mi spiace – ha affermato il professore – ma tra salute e privacy c’è una priorità ben definita. Che è meglio affermare con molta chiarezza. Chi di fronte a una epidemia che sconvolge le nostre vite, decide di spegnere Gps e Bluetooth lo classifico tra i babbei“.
Ricordiamo che l’ipotesi di un tracciamento per trovare le persone contagiate e i loro contatti è una di quelle che il Governo sta vagliando per un’eventuale ‘fase 2’.
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